Costa Leuca

Salento

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Itinerari naturalistico speleologici Puglia

Titolo : Costa Leuca
Codice identificativo : Sa2
Comune : Castrignano del Capo, Gagliano del Capo
Localita' di partenza : Porto di Leuca
Localita' di arrivo : Porto di Leuca
Lunghezza : 16 km
Dislivello : 0
Tempo di percorrenza : 2 h
Difficoltà : T
Tipologia : In Barca
Interesse :

Carsismo

Il Capo di Santa Maria di Leuca, osservato dal mare, è compreso tra punta Meliso e punta Ristola. Qui la costa è costituita da pareti rocciose a picco sul mare con calette di rara bellezza e numerose grotte e piccole cavità. L’escursione comincia dal porto di Leuca, dove è possibile noleggiare un’imbarcazione o partecipare ad una visita guidata,per le grotte di levante.

Queste si sviluppano tutte nei Calcari di Castro dell’Oligocene superiore. Dopo aver superato punta Meliso si nota subito una scogliera costituita da pareti a strapiombo sul mare in cui il carsismo e l’azione del mare hanno creato scenari pittoreschi. Spesso per ogni grotta esistono più nomi scaturiti dall’immaginazione dei pescatori.

La prima di notevole interesse che si incontra passata punta Meliso è la grotta di Terradico, seguono la grotta di Porrano, la grotta dei Ciauli, la grotta delle Vore o della Cattedrale, la grotta delle Mannute,la Grotta Grande del Ciolo o Bocca del Pozzo,fino ad arrivare al ponte e al canalone del Ciolo. Il nome sta ad indicare secondo alcuni le gazze,secondo altri i corvi,qui si apre la grotta Piccola del Ciolo in cui nel 1971 è stata fotografata la foca monaca. Il canalone è un profondo canyon le cui pareti ripide sono costellate di grotte, da alcune delle quali provengono resti fossili datati a partire dal Paleolitico medio.

Rifacendo il percorso a ritroso si ritorna al porto. 

Grotte Importanti

Grotte di Terradico Pu 139, Pu 930, Pu 931 

Si tratta di tre cavità affiancate con ingressi alti. La prima,profonda circa trenta metri,è chiamata Orecchio di Terradico in quanto l’azione carsica ha modellato nella roccia una forma simile all’orecchio. La seconda, profonda quindici metri, è nota come Caverna di Venere perché a mezzogiorno, secondo i pescatori, i raggi del sole illuminano una concrezione di fattezze umane. La terza, anch’essa lunga quindici metri, è detta Fenditura di Terradico perché costituita da un ambiente alto, stretto e profondo. 

Grotta di Porrano Pu 138 

Ha una profondità di venticinque metri, l’ingresso alto di forma squadrata è delimitato a sinistra da una parete verticale di faglia e a destra da numerosi blocchi di breccia cementata. 

Grotta delle Vore Pu 136 

Un ampio portale d’ingresso con un’apertura quasi circolare sul tetto (da cui il nome vora) a circa 60 m di altezza, racchiude due grotte. La più grande è alta 25 m e profonda 40m. 

Grotta delle Mannute Pu 144 

Si tratta di un gruppo di grotte che si sviluppano a mezza costa sulla parete rocciosa con aperture quasi circolari che possono raggiungere 10 m di diametro. La più grande è formata da un’ampia cupola ricca di concrezioni. 

Grotta Grande del Ciolo Pu 113 

Grande grotta di origine carsico-marina, conosciuta anche come Bocca del Pozzo, è costituita da ampi ambienti di crollo e gallerie che si sviluppano in frane. Si apre nei Calcari di Castro e presenta tre ingressi: dal mare attraverso una profonda insenatura che permette di approdare su immensi massi di crollo; da un foro nella parte anteriore della caverna situato a circa trenta metri di altezza utilizzando tecniche speleologiche; il terzo, subacqueo in corrispondenza della penisoletta formata nella parte anteriore della grotta. Il substrato della parte anteriore è costituito da immensi massi di crollo, risalendoli tenendosi sulla destra si arriva ad un piccolo laghetto con acqua dolce in superficie. La cavità presenta uno sviluppo di 120 m con la volta che si abbassa verso l’interno. Risalendo la frana fino ad un’altezza di 40 m il percorso diventa sub-orizzontale e si possono incontrare notevoli depositi di guano, mentre sulle pareti si notano concrezioni a pelle di leopardo costituite da una fitta rete di depositi argillosi che occupano depressioni della parete. Ai piedi della prima sala si apre uno stretto cunicolo che dopo breve si biforca in due rami che finiscono sotto l’enorme frana. Ai piedi della scarpata che immette nella grotta è stato rinvenuto un deposito con industria del Paleolitico medio e superiore, sempre nella zona anteriore sono stati raccolti strumenti dell’età del rame. 

Grotta Piccola del Ciolo Pu 947 

Si apre sulla sinistra idrografica del canale del Ciolo. Presenta una lunghezza di 120 m e raggiunge una profondità di 10 m, all’interno sono presenti numerose bolle d’aria ed una sorgente di acqua dolce. Nella sala terminale si è creata una spiaggetta con massi di crollo. In essa nel 1973 è stata avvistata e fotografata l’ultima foca monaca in Salento.Negli ultimi anni l’Università del Salento ha svolto numerosi studi e ricerche che hanno portato alla scoperta di nuove specie per la fauna italiana e mondiale.